In un momento storico in cui si parla di Europa dove non necessitano muri e/o fili spinati ma di una Europa unita e solidale ecco che in Sicilia da parte di una frangia sparuta, attenta a coltivare il proprio “orticello” spacciando i propri personalismi per politica venatoria, viene fuori un atteggiamento poco edificante tipico  di chi tende a mascherare il proprio egoismo con argomentazioni del tutto assertorie, ignorando e volontariamente mistificando “la ratio” della Legge Siciliana con elucubrazioni relative alla Fauna in Italia, frutto di scarsa conoscenza e che certo non rende onore a chi si atteggia a profondo conoscitore “del tutto”.

Senza sottacere che si è assistito nei giorni scorsi all’invio di meschini messaggini telefonici, metafora del livello culturale con il quale siamo costretti, nostro malgrado, a confrontarci, unitamente alle false e tendenziose informazioni diramate alle Sezioni Comunali di Federazione Italiana della Caccia avente quale unico scopo quello di “guadagnare disonestamente” qualche tessera ed il tutto perché si ritiene la FIDC colpevole di essere difensore degli extraregionali a sfavore dei Cacciatori Siciliani. Niente di più menzognero.

Non dicono, però, “le comari di turno” quali siano state le nostre ulteriori proposte tendenti ad esempio a portare a cinque le giornate di preapertura, compreso il coniglio selvatico, da loro dimenticato, che abbiamo chiesto di allungare, nella fase dell’apertura generale, di due settimane l’utilizzo del Furetto nelle Province oggetto di tale forma di Caccia, di allungare, per come avviene in tutte le altre Regioni dell’Italia, la caccia agli acquatici, e tante altre proposte per come riportato nel nostro sito Web di “Federcacciasicilia.it” dove è possibile leggere il documento che abbiamo presentato in sede di Comitato Faunistico Regionale dove il Sindacato ed i Liberi Cacciatori hanno presentato uno striminzito documento con due sole proposte. Come mai ?

Riteniamo, pertanto, di precisare quanto appresso:

  • All’articolo 22 comma b e comma d della legge regionale 33/97 è stabilito che il 10% dei cacciatori ammissibili negli ATC della Regione Sicilia è riservato ai cacciatori di altra Regione, che possono iscriversi a un solo ATC della Regione, nell’ambito del principio di reciprocità. Questo significa che i cacciatori extraregionali rientrano a tutti gli effetti nel calcolo di densità venatoria, quindi sono soci dell’ATC con gli stessi identici diritti dei siciliani.
  • In tutta Italia esiste la selvaggina “selvatica” basti pensare che in Lombardia sono dichiarati abbattuti annualmente una media di 1.000.000 (un milione) di Tordi Bottacci, oppure 20.500 Beccacce, oppure 38.000 Colombacci e 300.000 Allodole (Dati Piano Faunistico Venatorio Regione Lombardia). In Toscana invece sono dichiarati più di 200.000 Merli abbattuti all’anno e circa 100.000 Colombacci, o 4000 Beccaccini, e così via nelle Marche 23.000 Tortore etc. etc., evidentemente per il Sindacato ed i Liberi Cacciatori si tratta di specie domestiche…., che la dice lunga sulla preparazione faunistica degli estensori dei comunicati.

Ridicola e del tutto campata in aria è quindi la motivazione secondo cui i cacciatori extraregionali verrebbero in Sicilia perché nelle loro Regioni si cacciano “i polli”.

Le motivazioni che portano la stragrande maggioranza dei cacciatori extraregionali a scegliere di iscriversi ad un solo Ambito di caccia in Sicilia  sono in primo luogo i legami di parentela e di affetto (figli e nipoti di siciliani emigrati al Nord, amicizie, ecc), ed in secondo luogo la vicinanza da altre Regioni, come la Calabria. Le egoistiche proposte vanno addirittura a cancellare i rapporti umani, così importanti e fondamentali per la conservazione della nostra passione di Cacciatori. Ricordo a tutti che “ Uniti si potrebbero portare avanti tante iniziative  vincenti  a favore della comune passione“.   Pia illusione !?!?!

Gli estensori dei comunicati fanno evidentemente finta di non sapere che in numerose altre Regioni dell’Italia e del Sud si offrono permessi di caccia IN PIU’ rispetto ai cacciatori locali, di tipo giornaliero, settimanale, ed a pagamento.

Tutto questo non esiste in Sicilia, dove i cacciatori extraregionali NON si sommano ai cacciatori residenti, perché già facenti parte del numero massimo ammissibile.

Ci auguriamo, pertanto, che la Regione Sicilia non ascolti gli egoismi di pochi personaggi incapaci di vedere al di là del proprio naso, e promuova invece velocemente la nascita dei Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, oggi inesistenti in Sicilia, mediante i quali si potrebbe gestire, con i fondi che versiamo alle casse regionali, al meglio ambiente e fauna.

Reputiamo, pertanto,  essenziale e necessaria  una modifica della L.R. 33/97 che sia di certo riferimento alla Legge Quadro Nazionale, 157/92.

 

           Ufficio Avifauna Migratoria                                      Il Presidente

                Dott. Michele Sorrenti                                      Giuseppe La Russa