FEDERCACCIA SICILIA

Abbiamo inviato risposta ad un articolo comparso sulla testata giornalistica “Balarm”

riscontrando l’accettazione alla pubblicazione. Appresso il link.

https://www.balarm.it/news/in-sicilia-specie-ed-ecosistemi-unici-a-rischio-che-succede-nella-terra-di-nessuno-155658

Siamo invece parzialmente dispiaciuti per non aver visto pubblicate per intero le nostre osservazioni per cui

di seguito le rendiamo note.

Prot. n.86/25     Racalmuto 03/06/2025

Spett.le Testata giornalistica BALARM – Bmedia srl

Alla c.a. del Direttore Responsabile Dott. Fabio Ricotta

Via Dante Alighieri, 28

90141 PALERMO

bmedia.srl@pec.it.

redazione@balarm.it

Avendo letto l’articolo pubblicato sulla Vostra testata giornalistica in data 31 Maggio 2025, intitolato “In Sicilia specie ed ecosistemi unici a rischio: che succede nella terra di nessuno”, a firma di Aurelio Sanguinetti, non possiamo non esprimere il nostro vivo disappunto per tanta disinformazione tesa a descrivere la biodiversità siciliana a rischio per colpa della caccia illegale e dei bracconieri.

Se a Pozzallo le Autorità preposte hanno fermato, giustamente, questi bracconieri provenienti da Malta, contestando loro una attività illegale in Sicilia significa che i controlli ci sono e sono efficaci. Nell’ambito del “Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici” dal 2017 la Sicilia è oggetto di una particolare attenzione da parte degli Organi di vigilanza, soprattutto per il ruolo strategico che riveste nelle rotte di migrazione.

Come si può affiancare ai bracconieri coloro che incaricati di un servizio pubblico praticano un’attività di controllo faunistico, regolarmente autorizzata, volta a limitare la forte diffusione dei daini (specie parautoctona per la Sicilia), che moltiplicandosi eccessivamente può rendersi responsabile di forti impatti sulla biodiversità e di importanti danni all’interno del Parco delle Madonie?

Stessa cosa per quanto riguarda il cinghiale, rispetto al quale spesso volutamente non ci si ricorda che nella vicina Calabria vi è un focolaio di peste suina africana e se questa gravissima malattia arrivasse in Sicilia sarebbe un disastro per i tanti allevatori di maiali dell’isola.

Non sono evidentemente noti all’autore dell’articolo gli impatti negativi del cinghiale nei confronti delle specie che nidificano o si riproducono sul terreno, tra le quali molte sono di elevata importanza conservazionistica e proprie del territorio siciliano, come la coturnice, la quaglia e la lepre italica. Il cinghiale infatti è onnivoro e si nutre di tutto ciò che trova sul terreno, incluse uova e piccoli nati di altre specie.

Non sono nemmeno note all’autore le azioni negative della stessa specie sulle colture agricole, cioè l’habitat di molteplici specie oggi a rischio, oltre che fonte di alimentazione per tutti noi.

Da tempo le Associazioni ambientaliste – Legambiente, Lipu e WWF – fanno veicolare notizie non veritiere per disegnare un fosco quadro con fini allarmistici e propagandistici principalmente contro la caccia e il Calendario Venatorio pubblicato dall’Assessore all’Agricoltura, redatto nel pieno rispetto delle leggi vigenti in materia in ambito comunitario e nazionale.

Inoltre, chi di queste sigle ambientaliste può dire di essere in possesso della proposta di legge nazionale per affermare con certezza che si andrà incontro ad una deregulation della caccia? Se nessuno in realtà conosce questa misteriosa proposta di legge cosa possono aver chiesto al Governo Meloni gli esperti di zoologia che si sono dichiarati contrari, ma a quale proposta? È chiaro che si tratta di una strumentalizzazione politica e associativa a danno della caccia legittima (più che dei bracconieri), ma anche della buona fede dei comuni cittadini che non s’intendono degli aspetti tecnico-scientifici e quindi possono essere più facilmente influenzati.

Sostenere che la Sicilia sarebbe diventata “terra di nessuno”, che la biodiversità è a rischio nei Parchi, Oasi, Riserve, ecc. a chi giova? Forse a chi gestisce magari male questi territori?

Le carte non vanno strumentalmente mischiate, non si possono fuorviare i cittadini, è necessario dire le cose come stanno, e la realtà è che la natura in Sicilia va preservata e la conservazione di questi meravigliosi territori richiede di essere gestita in modo tecnicamente corretto e non solo preclusi all’attività dell’uomo e poi abbandonati al loro destino.

Con la presente si chiede la pubblicazione della presente replica a norma della legge sulla stampa, in qualità di parte cointeressata dalle accuse espresse nell’articolo citato, a firma di Aurelio Sanguinetti.

Cordiali Saluti.

Il Presidente

Giuseppe La Russa