FIDC Sicilia commenta l’ordinanza del CGARS

In data 17 dicembre, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana si è espresso in merito al ricorso avanzato nei confronti della Regione da Legambiente Sicilia, WWF, e di quello delle Associazioni Venatorie. Nella Ordinanza emessa il Consiglio, rivedendo la decisione presa dal Tar Sicilia, accoglie parzialmente la domanda di sospensione del calendario venatorio siciliano per la stagione 2018-19 formulata in primo grado dalle Associazioni Ambientaliste per quanto concerne l’apertura della caccia alla piccola selvaggina e alla Quaglia, alla sospensione della caccia al Coniglio selvatico e alla chiusura della caccia a Cesena, Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Gazza, Ghiandaia e Volpe.

Il Consiglio ha respinto invece le ulteriori richieste di sospensione del Calendario Venatorio regionale formulate dalle Associazioni Ambientaliste, per quanto riguarda l’apertura della caccia alle specie Merlo, Gazza e Ghiandaia; per l’apertura della caccia alla Tortora e al Colombaccio e, ancora, relativamente alla data di chiusura della caccia alla Beccaccia.

In merito all’ordinanza e alla consulenza tecnica cui il Consiglio si è rifatto, Federcaccia Sicilia ritiene soddisfacente la decisione per la chiusura alla Beccaccia e in prospettiva per la pre apertura a Tortora e Colombaccio.

Chiaramente penalizzante la scelta del CGA per quanto riguarda la caccia al Coniglio, la chiusura ai Turdidi e per il futuro l’apertura alla Quaglia.

Tuttavia la collaborazione prestata da FIDC alla Regione Sicilia in questa fase è stata importante e Federcaccia Sicilia auspica il coinvolgimento della propria struttura e dei propri uffici tecnici per la stesura del Calendario della prossima stagione. In ogni caso la vertenza giudiziaria non è ancora finita, perché la parola ora ripassa al TAR per l’udienza di merito. FIDC e ANUUMigratoristi, Arci Caccia ed U.N. Enalcaccia P.T. sono intervenuti in giudizio e presenteranno tutti i lavori e le argomentazioni necessarie per modificare in meglio le decisioni del CGA per i cacciatori siciliani.

Federcaccia Sicilia. Bracconaggio: Indignarsi non ci basta più

Il bracconaggio una piaga devastante dettata anche da interessi economici. Ben vengano maggiori controlli, ma concentriamoci sulle emergenze

 

Abbiamo appena appreso la notizia dell’ennesimo atto di bracconaggio consumato ai danni di un esemplare di fauna selvatica protetta. Ancora una volta pare, ma vorremmo saperne di più e meglio, che la causa sia stata un colpo di fucile. In attesa di approfondire la notizia e avere maggiori riscontri necroscopici da parte dell’autorità siamo comunque sconcertati e indignati. Non è possibile che a pochi giorni di distanza dall’abbattimento illegale di un capovaccaio si debba lamentare la perdita di una rara aquila del Bonelli, vittima di un atto sconsiderato e apparentemente privo di ragione.

Ma una ragione va trovata e non possiamo pensare che questo ennesimo illecito sia frutto del caso. La caccia il giorno dell’abbattimento era chiusa, quindi non si può essere trattato dello “sbaglio” di un cacciatore, anche perché si tratta di un selvatico impossibile da scambiare per una specie cacciabile. 

Siamo quindi di fronte ad un atto di bracconaggio deliberato dettato molto probabilmente da interesse. Sul campo mercato del collezionismo un esemplare di rapace, soprattutto se raro, può valere una somma cospicua. Facile allora pensare che potrebbe trattarsi proprio di questo, anche se il bracconiere non è riuscito a recuperare la sua preda o alla vista del radiocollare o perché disturbato abbia preferito lasciarla lì.

Il Wwf chiede una task force contro il bracconaggio. Bene. Siamo d’accordo anche noi. Anzi, come cacciatori onesti e rispettosi delle regole offriamo massima collaborazione e chiediamo di essere coinvolti.

Ma deve essere una cosa seria, mirata, non una operazione di facciata che si risolve controllando tre volte nella mattinata lo stesso cacciatore in regola senza incidere là dove i reati sono perpetrati.

La posizione di Federcaccia, che siede al Tavolo antibracconaggio nazionale voluto dal Ministero, è da sempre questa: concentrarsi sulle emergenze conservazionistiche. 

Il Paese non ha fondi illimitati e non riesce spesso nemmeno ad assicurare la sicurezza pubblica nelle città, impossibile pensare che abbia fondi e forze per controllare tutto il territorio e proteggere dal fringuello all’aquila del Bonelli.

In questo momento bisogna concentrare le risorse per scongiurare i rischi maggiori. 

Chiudere l’attività venatoria non servirebbe a niente perché i bracconieri – e lo dimostra questo ultimo caso – non hanno calendario né orologio. E in moltissimi casi nemmeno una licenza di caccia. E se fossero i soli a girare nelle campagne per loro sarebbe addirittura più facile. Che la Sicilia sia un luogo di azioni illecite da parte di collezionisti di uova ed esemplari di rapaci vivi e morti è un dato assodato da molti anni. 

La lotta  al bracconaggio si deve quindi fare in quei luoghi e in quelle zone dove deve essere più incisiva la presenza dello Stato. Solo così potremo finalmente annientare una piaga che ci danneggia per atti che non abbiamo compiuto e che ci fanno ribrezzo.

comunicato

Dalla FIDC sdegno e condanna per l’uccisione del giovane capovaccaio

Appresa la notizia del rinvenimento  nei pressi di Mazzara del Vallo, in provincia di Trapani,  della spoglia di una femmina di Capovaccaio lanciata a Matera pochi giorni addietro,  la scrivente Federazione prende le distanze da questo atto di cruda barbarie ed esprime durissima condanna al deplorevole gesto commesso da un bracconiere con un fucile tra le mani.

Questo inqualificabile gesto suscita il più profondo sdegno e la più ferma condanna nella nostra Federazione e di chiunque, ed è la stragrande maggioranza, pratica l’attività venatoria in modo onesto e nel rispetto delle leggi e, nel contempo,  vanifica tutti gli sforzi fatti continuamente per riqualificare l’immagine della caccia nella società.

Auspico che il responsabile venga individuato e posto di fronte alle proprie responsabilità e garantisco agli inquirenti la massima collaborazione da parte nostra e dei nostri iscritti.

Anche se questo non sarà sufficiente a porre rimedio a un gesto esecrabile, sconsiderato e inutile, costituirebbe in ogni caso una risposta dovuta alla società civile e ancor prima alla grande maggioranza dei cacciatori rispettosi e consapevoli, che in queste ore stanno come me esprimendo la loro indignazione.

Tuttavia e proprio per questo non posso accettare, pur comprendendo l’amarezza che le ha generate, né come cittadino né come cacciatore che la nostra Regione venga definita come testualmente si legge “una sorta di gigantesco “buco nero” nel quale vengono inghiottiti ogni anno innumerevoli uccelli a causa di un bracconaggio intenso e diffuso”.

L’impegno della Federazione che rappresento è da sempre alto, concreto e convinto per educare e sensibilizzare tutti i cacciatori al rispetto di fauna, territorio e ambiente e ad una pratica consapevole, sostenibile e rispettosa delle leggi. La risposta del mondo venatorio è sempre andata in questo senso. Non è tollerabile che i gesti sconsiderati di pochi individui che non esito a definire delinquenti, gettino fango su una intera categoria di cittadini senza macchia.

Racalmuto, 12 Settembre 2018

 

                                                                                     Il Presidente

                                                                               Giuseppe La Russa

Elenco Cacciatori Regionali Ammessi per la Stagione Venatoria 2018/2019

GRADUATORIA RESIDENTI ATC AG1 AMMESSI 2018-2019

GRADUATORIA RESIDENTI ATC AG2 AMMESSI 2018-2019

ELENCO CACCIATORI REGIONALI AMMESSI A.T.C. CL1

ELENCO CACCIATORI REGIONALI AMMESSI A.T.C. CL2

GRADUATORIA definitiva cacciatori regionali atc ct2 – P

GRADUATORIE CACCIATORI REGIONALI AMMESSI ATC EN1 SV 2018 19 ORD ALF

GRADUATORIE CACCIATORI REGIONALI AMMESSI ATC EN2 SV 2018 19 ORD ALF

PA1 18-19

PA2 18-19

elenco ammessi REGIONALI ATC RG1 S.V. 18-19

elenco ammessi REGIONALI ATC RG2 S.V. 18-19

SR – GRADCACCREG20182019 SR1 PDFA

SR – GRADCACCREG20182019 SR2

Elenco cacciatori ammessi A.T.C. TP1 2018 – 2019 REGIONA

 

ELENCO CACCIATORI EXTRA REGIONALI AMMESSI IN SICILIA PER LA STAGIONE VENATORIA 2018/2019

ELENCO CACCIATORI EXTRA REG. ATC AG1 AMMES.2018-2019

ELENCO CACCIATORI EXTRA REG. ATC AG2 AMMESSI 2018-2019

ELENCO CACCIATORI EXTRA-REGIONALI AMMESSI S V 2018 2019 ATC CL 2

ELENCO CACCIATORI EXTRA-REGIONALI AMMESSI S V 2018 2019 ATC CL1

ELENCO CACCIATORI EXTRAREGIONALI AMMESSI ATC CT2 2018 2019

ATC _EN1_S_V_2018_19 cacciatori extraregionali ammessi

ATC _EN2_S_V 2018_19_ cacciatori extraregionali ammessi

ATC MEI elenco cacciatori extraregionali ammessi 2018-19[1]

ELENCO CACCIATORI EXTRAREGIONALI AMMESSI 2018 2019 ATC PA2

ELENCO CACCIATORI EXTRAREGIONALI AMMESSI ATC PA1 2018 19

elenco cacciatori EXTRAREGIONALI ammessi ATC RG1 S.V. 18-19

elenco cacciatori EXTRAREGIONALI ammessi ATC RG2 S.V. 18-19

ELENCO CACCIATORI EXTRAREG AMMESSI ATC SR1 18 19

ELENCO CACCIATORI EXTRAREG AMMESSI ATC SR2 18 19

Elenco cacciatori extraregionali ammessi ATC TP1 2018-2019

UN SUCCESSO IL CONVEGNO FIDC DI RACALMUTO

Una visione a 360 gradi: dalla lepre italica al cinghiale, dalla migratoria al coniglio selvatico. Il tutto passando nell’ottica di una gestione complessiva dell’ambiente naturale e degli habitat delle diverse specie.

Queste le linee guida che hanno condotto il riuscitissimo convegno organizzato dalla Federcaccia regionale Sicilia, “Conservazione della Fauna selvatica e disciplina dell’attività venatoria: progetti di Federazione Italiana della Caccia”, ospitato sabato 28 luglio nella sala della prestigiosa Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto (AG), per l’occasione colma di rappresentanti delle istituzioni, del mondo scientifico e della ricerca, di studiosi di fauna e ambiente e naturalmente di cacciatori e dirigenti venatori. Fra questi ricordiamo i vertici di Federcaccia, il presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio e il v.presidente Antonio D’Angelo, il presidente regionale di Federcaccia Calabria Giuseppe Giordano e quelli provinciali: Cateno Di Bella di Catania; Enzo Blefari di Ragusa; Michele Salerno di Caltanissetta; Agostino Gatto di Palermo; Antonio Adonnino di Agrigento e il componente del collegio dei Probiviri nazionali Accursio Gagliano.

Fra i relatori, moderati dal giornalista Salvatore Picone, hanno portato il loro contributo i tecnici del centro studi di Federcaccia nazionale Valter Trocchi, Daniel Tramontana e Michele Sorrenti; Daniele Scarselli e Giuseppe Vecchio dello Studio Agrofauna di Livorno; la biologa Laura Cancemi e Stefano Agnello, veterinario dello Zooprofilattico di Palermo.

Ad accogliere convegnisti e pubblico, il Sindaco di Racalmuto, e presidente della Fondazione, Emilio Messana, che nel suo discorso di benvenuto ha posto l’accento sui positivi risultati che si riportano unendo la passione venatoria e la difesa della natura attraverso la scienza.

I due progetti coniglio e lepre, che stiamo portando avanti con le nostre forze e con la straordinaria collaborazione delle persone oggi presenti, sono stati per noi stimolo a organizzare l’odierna manifestazione per comunicare quanto realizzato e ribadire con estrema convinzione che oggi è essenziale la ricerca scientifica. – ha sottolineato Giuseppe La Russa, presidente regionale Federcaccia, introducendo i lavori – In Sicilia la Federazione sta attuando questo concetto assieme alla Regione, all’Università, all’IZS di Palermo e allo studio Agrofauna di Livorno. Ma determinante è la collaborazione tra le Istituzioni, il mondo venatorio, agricolo e ambientalista”.

Nella nostra regione purtroppo la materia venatoria non va come dovrebbe perché cammina in modo autonomo rispetto a quanto previsto dalle leggi – non ha però mancato di ricordare La Russa – Abbiamo una legge regionale che non recepisce la legge quadro nazionale. Manca ad esempio la possibilità di istituire i comitati di gestione degli Atc, di cui però paghiamo la tassa di iscrizione. Risorse che ci consentirebbero la gestione del territorio, la conservazione della fauna e la disciplina dell’attività venatoria, tema di quest’oggi”.

Prima di passare la parola ai tecnici, il moderatore ha portato i saluti del professor Mario Lo Valvo dell’Università di Palermo, che pur non potendo intervenire personalmente non ha voluto mancare di esprimere la sua soddisfazione e il ringraziamento per essere stato coinvolto nei due progetti su lepre italica e coniglio selvatico. “Sono convinto – ha dichiarato Lo Valvo – che solamente la fattiva collaborazione fra i portatori di interesse, il mondo scientifico e le istituzioni pubbliche potrà contribuire ad una corretta gestione di questi due selvatici siciliani e non solo. I risultati raggiunti in entrambi i progetti – ha aggiunto – sono nuovi, interessanti e utili, soprattutto per il coniglio, specie che negli ultimi anni non attraversa un buon momento. Ma ancora molto c’è da fare”.

Il Progetto Lepre italica è stato il primo ad essere presentato nella relazione di Valter Trocchi, che ne ha ripercorso le tappe ricordano che per Ispra la specie è cacciabile solo dopo censimenti e la stesura di un piano di prelievo che garantisca la buona salute della popolazione interessata allo stesso. Nel 2016 FIdC Sicilia ha proposto un piccolo progetto per rompere il ghiaccio su questa specie e grazie alla disponibilità dell’assessorato nel 2017 è partita la sperimentazione in uno studio triennale rivolto agli appassionati per formarli nei campi del monitoraggio e nella raccolta di campioni biologici. Grazie al progetto, se pur per il momento in piccola quantità, è stato possibile aprire il prelievo di lepre italica in alcuni Atc, riservato ovviamente ai cacciatori abilitati e coinvolti nelle operazioni di monitoraggio. “Senza la collaborazione dei cacciatori monitoratori – ha ricordato Trocchi – non è possibile portare avanti il progetto. È bene sottolineare che l’organizzazione dei corsi è svolta dalla Federcaccia, ma a vantaggio di tutti i cacciatori appartenenti a qualsiasi associazione venatoria”.

Ha poi preso la parola Daniele Scarselli, dello studio Agrofauna, per trattare della specie cinghiale, già vissuta sull’Isola come un problema pur essendo presente in numeri ancora limitati rispetto ad altre zone d’Italia. Scarselli ha messo in evidenza le potenzialità offerte ai cacciatori siciliani da una corretta gestione della specie basata sulle esperienze migliori del resto del Paese, fondata non sulle impressioni ma sulla oggettività dei dati e delle situazioni. “Anche su questa specie un mondo venatorio formato e coinvolto in tutte le fasi gestionali è essenziale, perché solo senza corretta gestione e partecipazione il cinghiale si trasforma da risorsa a criticità”.

Michele Sorrenti ha poi trattato della migratoria, sottolineando come se pur resa più difficile dalle caratteristiche delle specie interessate, anche in questo caso sia possibile e necessario parlare di gestione.

Descrivendo l’approccio al tema dell’Europa, che prevede il coinvolgimento dei cacciatori in tutti i processi di gestione, Sorrenti ha evidenziato come sia merito della Federcaccia aver portato anche in Italia, soprattutto negli ambienti istituzionali, questo modo di procedere, mai considerato prima nel nostro Paese.

Nel caso specifico della Sicilia, Sorrenti ha riconosciuto come sia difficile in mancanza di comitati di gestione applicare correttamente questa filosofia, ma che la regione ha una possibilità enorme che andrebbe indirizzata secondo queste linee di sviluppo a vantaggio di tutti, cacciatori compresi.

Daniel Tramontana ha affrontato il tema della coturnice, sicuramente uno dei simboli della caccia siciliana, regione dove al contrario del resto dell’areale italiano la specie ha subito una contrazione minore negli anni, presentando ancora oggi alcuni nuclei in buona salute. Anche nei confronti di questa specie i cacciatori devono provvedere a una pianificazione gestionale che preveda la salvaguardia degli habitat specifici della coturnice, costruire una rete di Zrc e altri Istituti pensata per irradiare naturalmente, senza ricorrere a soggetti di allevamento, popolazioni sane e autoriproducentesi sul territorio, dove è utile predisporre stazioni di foraggiamento per venire incontro alle necessità alimentari dei branchi.

Sul Progetto Coniglio selvatico sono poi intervenuti Laura Cancemi, che ha tradotto il lavoro sul campo di immissione dei conigli col radiocollare in una tesi di laurea, e Giuseppe Vecchio di Agrofauna. Entrambi hanno illustrato le fasi del progetto, basato sulla traslazione di capi dopo un periodo di quarantena dai luoghi di cattura in terreno libero in recinti messi a disposizione dalla Federcaccia dove studiarne grazie a tecniche di radiotrecking spostamenti e tassi di sopravvivenza, nonché attività di fototrappolaggio per verificare l’incidenza e l’origine della predazione.   

Il progetto è ancora in corso, tuttavia si possono già trarre alcune indicazioni utili: per la riuscita è importante vaccinare gli individui precedentemente al rilascio; è molto utile immettere gli individui direttamente all’ingresso di tane di coniglio selvatico presenti sul terreno scelto; dedicare i maggiori sforzi di monitoraggio durante i primi 10 giorni dal rilascio. Fondamentale la scelta dell’epoca di immissione, individuata nei mesi primaverili. La fase 2018 è ancora in pieno svolgimento, ma già si possono riscontrare i primi risultati positivi dall’impiego di conigli nati all’interno dei recinti di ambientamento da soggetti di cattura, lo spostamento dell’epoca di immissione e il controllo dei predatori, raggiungendo un tasso di sopravvivenza del 70%.

In particolare sul vaccino è intervenuto Agnello dello Zooprofilattico, spiegando come questo sia stato realizzato con virus tratti da conigli locali ma come il suo impiego su larga scala sia improponibile e sia stato utilizzato solo per questo progetto. Il contributo dello Zooprofilattico si è avuto soprattutto nella fase della quarantena e precedentemente al rilascio, verificando le condizioni di salute dei soggetti catturati.

Il ruolo delle Istituzioni è stato illustrato dal Salvatore Gufo dirigente gestione faunistica del territorio e da Maria Licata, dirigente ripartizione faunistico venatoria di Agrigento. Entrambi hanno avuto parole di elogio per il progetto sottolineando il rapporto di stima e di collaborazione con la Federcaccia per i progetti in corso e aprendo la possibilità di trasformare le indicazioni ricevute sulla coturnice in un ulteriore progetto da sviluppare sul territorio regionale.

Dopo brevi interventi dei presidenti locali di Arcicaccia e Anuu e quello del rappresentante regionale del Wwf, che ha avuto inattese ma gradite parole di plauso per il ruolo attivo della Federazione e dei cacciatori in una gestione sostenibile delle specie cacciabili, è stato il momento delle conclusioni, tratte dal presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio.

Una straordinaria e necessaria iniziativa” ha definito il convegno, ribadendo che la Sicilia ne ha bisogno e in modo non sporadico, ma ripetuto e a tempi brevi.

La caccia non è uno sport – ha detto Dall’Olio – ma una cultura con millenni di storia e come tale merita considerazione e attenzione che vanno oltre a quelli normalmente riservati a uno sport.

L’attuale Consiglio di presidenza ha pensato che per occuparsi di caccia bisogna occuparsi di fauna e di ambiente

Lo abbiamo fatto facendo crescere al nostro interno una professionalità specifica, consapevoli che il volontariato, pur meritevole, da solo non è sufficiente. Dobbiamo mettere una lente di ingrandimento sulla fauna, quella cacciabile ma anche quella non prelevabile, perché come categoria che più di tutte le altre frequenta l’ambiente ce ne dobbiamo occupare nel suo complesso, non solo in parte. Le associazioni venatorie si devono preoccupare di mandare i propri soci a caccia in modo sostenibile, ma devono preoccuparsi di farlo in un ambiente ricco e in equilibrio, regolato dalla nostra attività insieme agli altri portatori di interesse. Non ci possiamo limitare a preoccuparci del solo calendario venatorio. Ma per farlo il mondo venatorio deve crescere e presentarsi unito. Solo questo è il modo per ottenere dallo Stato quelle deleghe in campo ambientale e quei sostegni economici per realizzarle che sono riconosciuti da tutti gli Stati europei ai cacciatori per fare gestione, sorveglianza, studi e ricerche. Un mondo venatorio unito che possa chiedere insieme agli altri portatori di interesse di affrontare un’altra necessità: la riscrittura di quella 157 che ha ormai 16 anni e non è mai stata aggiornata. Questi – ha concluso il presidente Federcaccia – devono essere gli obbiettivi del nostro futuro”.

Al termine del convegno, aldilà degli interessanti contributi portati dai relatori, emerge un dato fondamentale: nessun progetto di gestione che riguarda la fauna può essere svolto senza l’apporto fornito dai cacciatori. Da parte del mondo venatorio la disponibilità è sempre presente, come hanno dimostrato anche le esperienze illustrate. Da parte delle amministrazioni ancora si deve in molti casi superare una resistenza a coinvolgerci frutto di preconcetti e resistenze di alcune parti. Prima saranno superate prima la caccia potrà dare pienamente il suo contributo a tutta la società.

CACCIA ALLA TORTORA IN PRE APERTURA: OSSERVAZIONI SULLA LETTERA DEL MINISTERO E PROPOSTE PER LE REGIONI

La lettera del Ministero Ambiente, Prot. 0014687 datata 3 luglio 2018, inviata alle Regioni e alle Province Autonome, richiede di non autorizzare la pre apertura alla tortora, dopo una dissertazione che afferma al contrario che la caccia è sostenibile in Italia, e che le possibilità di caccia alla specie sono ridotte alla pre apertura.

Questa contraddizione è di difficile comprensione, e contrasta con quanto sostenuto da Ministero e ISPRA fino a pochi giorni fa, in cui i pareri dell’Istituto accordavano alle Regioni Italiane due giornate di pre apertura e un prelievo di venti capi all’anno per cacciatore. Dopo la lettera del Ministero anche l’ISPRA ha cambiato idea e propone la sospensione della pre apertura.

FIDC Ufficio Avifauna Migratoria ritiene inaccettabile questo cambiamento e intende fornire alcuni suggerimenti, che dimostrano l’infondatezza scientifica della proposta e possono consentire alle Regioni Italiane di mantenere o stabilire la caccia alla specie in pre apertura, in discostamento dal parere ISPRA e dalla lettera del Ministero.

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Osservazioni su lettera MinAmbiente_preapertura Tortora

 

TORTORA. DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE UNA POSIZIONE AMBIGUA E CONTRADDITTORIA

Così la Federazione Italiana della caccia si esprime sulla lettera inviata dal MATTM per invitare Regioni e Province Autonome a non autorizzare la pre apertura alla tortora selvatica, sostenendo nello stesso tempo la sostenibilità della stessa

 

Con una comunicazione datata 3 luglio indirizzata agli Uffici caccia, al Ministero delle Politiche Agricole e all’Ispra, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare richiama gli stessi “ad una rigorosa attuazione delle più idonee misure di gestione per quanto riguarda in particolare l’attività venatoria sulla tortora selvatica (Streptopelia turtur), evitando di autorizzare la preapertura della caccia della specie”.  

Nella prima parte della stessa lettera però, il Ministero giustifica la prassi adottata davanti alla Commissione Europea, e fino a ieri confermata nei pareri ISPRA, di autorizzare per la tortora due giornate solamente di pre apertura e di ridurne il carniere massimo stagionale a venti capi, per poi, appunto, concludere con la richiesta di non autorizzarne la caccia in pre apertura.

È veramente sorprendente il fatto che tale raccomandazione giunga al termine di un articolato e lungo periodo in cui si conferma che la caccia alla tortora si può ragionevolmente praticare solo nella prima decade di settembre, poiché lo stesso Ministero riconosce che la migrazione della specie si esaurisce nella terza decade dello stesso mese. Cioè, in buona sostanza, il Ministero afferma che considera attuabile la caccia alla specie, ma la vieterebbe di fatto consentendo il prelievo quando le tortore… sono già andate via!

Ovviamente la Federazione non può condividere queste argomentazioni e si è già attivata per far avere in breve tempo a tutte le amministrazioni i documenti che dimostrano in modo indiscutibile come la caccia alla tortora sia pienamente sostenibile e che a tutela della stessa sono sufficienti i limiti di prelievo e di giornate già messi in atto da diverse Regioni nei calendari approvati per la prossima stagione venatoria.

Contemporaneamente Federcaccia agirà anche per chiarire col Ministero dell’ambiente questa posizione contraddittoria che rischia di mettere in crisi una fase di dialogo e collaborazione costruttiva da poco raggiunta.

 

Roma, 5 luglio 2018 – Federazione Italiana della Caccia

IL PROGETTO LEPRE ITALICA SI ESTENDE A NUOVI ATC IN SICILIA

Il 25 e il 27 giugno scorsi, la Regione Sicilia ha abilitato nuovi cacciatori addetti al monitoraggio e al prelievo venatorio sperimentale della Lepre italica negli ATC AG2 –PA1-SR2- TP1 in Sicilia. Con questi cacciatori sarà quindi possibile estendere ad altri ATC il progetto sperimentale triennale “Verso il prelievo venatorio sostenibile della Lepre italica in Sicilia”, promosso dal Centro Studi FIdC – Ufficio Fauna Stanziale -, in collaborazione con il Laboratorio di Zoologia applicata dell’Università di Palermo (Prof. Mario Lo Valvo) e le Ripartizioni Faunistico-Venatorie competenti per territorio.

Si ricorda che il prelievo sperimentale della Lepre italica era già divenuto una realtà nella scorsa annata venatoria in alcuni “distretti” degli ATC ME1, PA2 e AG1.

L’iniziativa è particolarmente importante poiché ha consentito di avviare in concreto la cosiddetta “caccia programmata” a base della Legge n. 157/’92, anche su una specie tipica di piccola selvaggina stanziale già oggetto di contenziosi in Sicilia. In questo modo si è infranto un doppio muro costruito, in buona fede, da una parte da coloro che ritenevano inapplicabile in Sicilia un modello di “caccia sostenibile” e, dall’altro, da coloro che intendevano difendere la “caccia tradizionale” in quanto tale (non più applicabile per i continui ricorsi al TAR). L’esperienza portata a termine nel 2017, grazie alla sensibilità di volonterosi cacciatori aperti all’innovazione, ha dimostrato che una caccia tecnicamente corretta è possibile in Sicilia.

La Regione Siciliana ha avuto una grande sensibilità rispetto a questa iniziativa, cogliendo immediatamente gli aspetti positivi e innovativi della proposta, suscettibili di importanti ricadute sul piano sociale e sulle future strategie di gestione della fauna siciliana. La positiva esperienza proseguirà anche su altri territori dell’Isola e, in prospettiva, potrà allargarsi alla Coturnice di Sicilia, che da anni non è più cacciabile per analoghe motivazioni.

Infine, preme sottolinearlo, pur essendo stato promosso dal Consiglio Regionale della FIdC Sicilia presieduto da Giuseppe La Russa, questo progetto pone a disposizione le competenze tecnico-scientifiche della Federcaccia a vantaggio di tutti i cacciatori siciliani a prescindere dall’Associazione di appartenenza.

“ Verso il prelievo venatorio sostenibile della Lepre Italica, Lepus Corsicanus, in Sicilia: buone pratiche e azioni di monitoraggio, proposto da Federazione Italiana della Caccia”

E’ stato pubblicato, per il secondo anno, sul sito della Regione Sicilia un avviso pubblico rivolto a tutti i cacciatori che chiedono di aderire al progetto Lepre Italica per l’annata venatoria 2018/19.
Le richieste dovranno pervenire in busta chiusa o a mezzo posta elettronica entro le ore 14,00 del 30 aprile 2018 presso le Ripartizioni Faunistico Venatorie competenti per territorio utilizzando il modello specifico con allegata fotocopia di un documento di identità.
Con il presente pubblichiamo l’avviso della Regione Sicilia , Servizio 3 – Gestione Faunistica del Territorio – U.O. 1 e lo stampato da utilizzare per la propria disponibilità.

Avviso

Allegato 2 – manifestazione interesse

 

Pavoncella (Vanellus vanellus)

 

La Pavoncella ha un volo ondulato e le ali hanno una caratteristica forma arcuata. Questo suo andamento ondulatorio però svanisce nel periodo del corteggiamento. Il maschio infatti si esibisce in svolazzi, virate improvvise e picchiate, per riprendere poi la normale linea di volo. Inoltre simula anche i movimenti del corpo che……continua a leggere

TERRASINI: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “CUNTI RI CACCIA” DI ALESSIO PALAZZOLO

Alessio Palazzolo torna a scrivere… anche questa volta apre uno scrigno antico e ci svela il mondo della tradizione venatoria siciliana…

Il lettore, fin da subito, quando prende in mano il volume, ha la sensazione di sfogliare un antico manoscritto in cui tra racconti, modi di dire, foto, un ricco lessico settoriale dialettale e ricette di caccia si entra nel vivo di un vero e proprio manuale etnostorico, prezioso per la memoria di un popolo.

Anche lo scenario prescelto per la presentazione del volume non è lasciato al caso: Palazzo d’Aumale, sede di Terrasini del Polo museale d’arte moderna e contemporanea di Palermo. Il Palazzo ospita infatti oltre ad una collezione archeologica una ricca collezione etnoantropologica e naturalistica.

Il Dott. Ferdinando Maurici, Direttore del Museo di Terrasini, apre la presentazione con un attento excursus storico dell’attività venatoria sottolineandone il suo valore etnoantropologico, il suo legame ai bisogni primordiali dell’uomo, la sua funzione di abbattimento delle disuguaglianze sociali e quindi la caccia come forma di democrazia oltre che ad evidenziare il ruolo del “cacciatore” come vero guardiano del territorio.

Aspetti tra l’altro sottolineati anche nelle note introduttive al volume dal Dott. Ing. Costantino Fiocchi, Direttore Tecnico della Fiocchi Munizioni S.p.A. e dal Dott. Alessandro Bassignana, Vicepresidente FIDC Regione Piemonte e ribaditi da tutti i relatori intervenuti: la Dott.ssa Valeria Patrizia Li Vigni, Direttrice del Polo museale; il Dott. Giosuè Maniaci, Sindaco del Comune di Terrasini; il Dott. Filippo Guttuso, Dirigente del Museo Etnografico siciliano Giuseppe Pitrè di Palermo; Prof.ssa Rosalba Biundo, già Dirigente scolastico.

Giuseppe La Russa ed Agostino Gatto, rispettivamente Presidente regionale e Presidente provinciale della FIDC Sicilia, hanno inoltre sottolineato l’importanza del volume come memoria storica che celebra la caccia come momento di aggregazione, di condivisione, di uguaglianza, di rispetto, di passione e di scambio culturale, preservandone il contenuto dall’inesorabile oblio del tempo e offrendo al contempo un lodevole riscatto alle valutazioni distorte e ai pregiudizi sulla pratica dell’attività venatoria.